Il dolore è un'esperienza che in genere associamo a una ferita, a un trauma fisico, a un danno corporeo.
Ma la ricerca psicologica e neuroscientifica ci dice che il dolore può- spesso- essere molto di più: un segnale profondo, una richiesta di cura, un indicatore dell'anima e delle relazioni, di ciò che ci manca, di ciò che ci ha ferito.
Dolore fisico e "dolore sociale/emotivo:" la stessa rete del cervello
Negli ultimi decenni è emerso un dato sorprendente - ma anche profondamente significativo: le aree celebrali che si attivano quando proviamo dolore fisico sono molto, molto simili a quelle attivate quando proviamo dolore psicologico, emotivo, sociale.
Alcuni studi condotti da Kross et al. e altri da Eisenberger et al. hanno analizzato persone che avevano recentemente vissuto una rottura sentimentale, utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI).
I risultati hanno mostrato che, quando i partecipanti ricordavano la separazione o guardavano la foto dell'ex partner, si attivavano aree cerebrali tipicamente associate al dolore fisico, tra cui la corteccia somatosensoriale secondaria e l'insula posteriore dorsale.
Questo spiega perché, a volte, un "cuore spezzato" può davvero fare male - anche in senso letterale.
Dimostra inoltre quanto la sofferenza psicologica e il dolore fisico siano più legati tra loro di quanto siamo portati a credere.
Il fatto che il dolore "sociale/emotivo" coinvolga le stesse reti neurali del dolore fisico non è un errore biologico, bensì probabilmente un'eredità evolutiva.
Per una specie sociale come la nostra, l'appartenenza al gruppo, l'attaccamento e le relazioni sono fondamentali per la sopravvivenza. Perdere legami, sentirsi esclusi, abbandonati o isolati rappresenta - per il cervello - una minaccia concreta, quasi quanto un danno fisico.
In altre parole, il dolore sociale ha una funzione precisa: ci segnala che qualcosa non va, sia nel corpo, nella mente, nei legami o nei nostri bisogni di appartenenza.
Il dolore come messaggio, non come nemico
In psicologia, considerare il dolore semplicemente come un "errore da eliminare" significa ignorare una delle sue funzioni più profonde: quella di segnale.
Se parliamo di ferite fisiche, il dolore ci induce a fermarci, prenderci cura di noi stessi e proteggerci. Allo stesso modo, il dolore emotivo può indicarci che una parte di noi chiede di essere vista, ascoltata e compresa.
Negare, reprimere o seppellire il dolore attraverso distrazioni può nasconderlo temporaneamente, ma non lo fa scomparire realmente.
La sofferenza fisica, l'ansia, la depressione, la sensazione di vuoto o di essere bloccati sono spesso manifestazioni di un dolore interiore non elaborato.
Implicazioni per il Benessere Psicologico
- Validazione dell'esperienza: Comprendere che il dolore fisico e quello emotivo possono condividere la stessa base neurale aiuta a legittimare la sofferenza psicologica. Non è "tutto nella testa", ma è reale, concreto e merita di essere ascoltato.
- Importanza dell'ascolto e della cura integrata: Affrontare il dolore esclusivamente a livello mentale o solo a livello corporeo potrebbe non essere sufficiente. È spesso necessario prendersi cura di sé in modo integrato, considerando corpo, mente e relazioni.
- Senso e significato: Il dolore può diventare un segnale trasformativo, un invito a riflettere su ciò che non funziona nella nostra vita e a prenderci cura di noi stessi con maggiore profondità.
Il lavoro da fare consiste nel dare voce al dolore, nel permettergli di emergere e nell'accoglierlo come un contenuto da esplorare. Questo processo può essere terapeutico di per sé: non per eliminarlo, ma per comprenderlo, trasformarlo e integrarlo.
Il dolore può diventare un punto di partenza: verso la consapevolezza, verso la guarigione, verso la crescita personale.
Conclusione
Il dolore, in conclusione, possiamo considerarlo un messaggio complesso: parla del nostro corpo, delle nostre relazioni e dei nostri bisogni più profondi. Ignorarlo spesso significa perdere l'opportunità di comprendere qualcosa di significativo. Ascoltarlo, invece, può aprire la strada a una cura che va oltre il semplice sintomo. Come psicologa clinica, credo fermamente che dare spazio a quel dolore sia un atto di rispetto verso la complessità e la profondità dell'essere umano.
Bibliografia
Kross E, Berman MG, Mischel W, Smith EE, Wager TD. Social rejection shares somatosensory representations with physical pain. Proc Natl Acad Sci U S A. 2011 Apr 12;108(15):6270-5. doi: 10.1073/pnas.1102693108. Epub 2011 Mar 28. PMID: 21444827; PMCID: PMC3076808.
Eisenberger, N. I., Lieberman, M. D., & Williams, K. D. (2003). Does rejection hurt: An fMRI study of social exclusion. Science, 302, 290–292.
Eisenberger, N. I. (2012). The pain of social disconnection: examining the shared neural underpinnings of physical and social pain. Nature reviews neuroscience, 13(6), 421-434.
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